Quale sarà l'influenza dell'AI generativa sulle Telco?

Secondo le previsioni fatte da Analysys Mason, società inglese specializzata in consulting per le TLC, l'impatto che l'AI generativa potrebbe avere sui provider di telecomunicazione può essere incasellato in tre scenari possibili, da quello più dirompente a quello meno invasivo: Pilot, Explorer e Navigator. Lo studio condotto dalla società inglese mira a dare delle indicazioni di ordine teorico che all'atto pratico potrebbero, ovviamente, manifestare degli aggiustamenti e delle variazioni. Ma intanto, è bene che il settore inizi a fare i conti con una realtà che si sta via via insinuando sempre di più anche nelle normali attività quotidiane. 

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Facciamo, però, prima un passo indietro, spiegando, per chi ancora non lo sapesse, che cosa s'intende per intelligenza artificiale generativa. Si tratta di una tipologia di intelligenza artificiale capace di generare testo, immagini, video, musica o altri media in risposta a un certo tipo di richeiste fatte dall'utente, denominate prompt. E' questo il campo nel quale si stanno concentrando i maggiori sforzi delgi addetti ai lavori e sul quale è, dunque, utile accendere i riflettori per capire come l'utilizzo di questo strumento potrebbe influire sull'attività e sull'identità stessa delle società di telecomunicazione. 

I tre scenari possibili

Scopriamo nel dettaglio qual è il quadro che si sta delineando e che Analysys Mason ha ben descritto allinterno del suo report. 

• Pilot: questo è lo scenario sicuramente più radicale in cui i software di intelligenza artificiale generativa, di fatto, soppianteranno in maniera massiccia, se non addirittura completamente, l'intervento umano. Per fare un esempio, basta pensare a tutte quelle attività come quelle di servizio clienti, di assistenza, di marketing fino al reparto vendite che potrebbero essere svolte in toto attraverso questi strumenti senza che si renda più necessaria la presenza di risorse umane. Le conseguenza di questo tipo di approccio sono immediatamente intuibili con un prezzo altissimo da pagare in termini di posti di lavoro. Per questo diventa indispensabile l'intervento da parte delle autorità competenti con azioni di regolamentazione del settore per evitare disfuzioni nel mondo del lavoro che potrebbero causare ripercussioni anche drammatiche sul piano sociale.
• Navigator: il secondo scenario è quello più soft in cui la società britannica auspica un sostanziale equilibrio tra intelligenza artificale e intelligenza umana. I software basati sull'AI diventano, quindi, uno strumento aggiuntivo per svolgere in modo più agile e veloce determinate mansioni senza per questo sostitursi al ruolo indipensabile dell'uomo. Più attività, per esempio, potrebbero essere svolte con meno personale ma non in assenza di esso e questo porterebbe a un organigramma delle società di telecomunicazione pressoché identico rispetto a quello attuale.
• Explorer: nel terzo scenario, quello finale, la tecnologia basata sulla GenAI (intelligenza artificiale generativa) porterebbe a un'estrema automatizzazione di moltissime attività degli operatori di telecomunicazione, con eventuali e probabili accorpamenti di diversi servizi, tenendo conto dei suggerimenti forniti proprio dall'AI. Questo potrebbe indurre molti operatori del settore hi-tech a differenziare ancora di più i propri servizi, in virtù di una gestione dei vari comparti meno macchinosa e ad aumentare in modo esponenziale le loro offerte sul mercato. Un'eventualità che, però, non è esente da rischi perché aumenterebbe ancora di più il gap tra operatori di piccole e medie dimensioni a vantaggio delle grandi realtà globali che finirebbero per diventare l'asso piglia tutto della telecomunicazione. 

Come abbiamo detto all'inizio del nostro articolo, quella di Analysiys Mason è una previsione, e come tale va letta e interpretata. Il futuro del binomio AI e Telco è ancora tutto da scrivere. 

La Redazione